LUOGHI DA VISITARE
Locri [lò-cri] (Dialetto Greco-Calabro: Lòkri) è un comune di 12.899 abitanti della provincia di Reggio Calabria. Dista 100 km dalla città di Reggio Calabria ed è il centro amministrativo, culturale e religioso del territorio della Locride, sulla costa del Mar Ionio detta Costa dei Gelsomini. Frazioni: Baldari (Dialetto Greco-Calabro: Valdàri), Moschetta, San Fili (Dialetto Greco-Calabro: Aia Fili'), Merici (Dialetto Greco-Calabro: Meriki'), M'prenagatti.
Noto fino al 1934 come Gerace Marina, l'attuale nome deriva dall'antica Locri Epizefiri, città magnogreca i cui scavi si trovano parte nel comune di Locri parte nel comune di Portigliola, alcuni km a sud dall'odierno centro abitato.
Tempio di Marasà
La zona archeologica di contrada Marasà si trova alle spalle del Museo Nazionale di Locri Epizefiri ed è caratterizzata dalla presenza di un grande santuario del quale, ancora oggi, possono essere apprezzate tutte le componenti principali: il temenos (lo spazio sacro recintato e consacrato alla divinità nella quale sorgevano tutte le strutture adibite al culto); gli altari ed il tempio. Il primo studio sistematico dell'area risale alla fine del XIX secolo e venne operato da Paolo Orsi. In seguito l'area venne ulteriormente studiata e la zona di scavo costantemente ampliata; ciò nonostante i confini originari del temenos non sono ancora stati individuati.
Dagli studi fatti si è potuto apprendere che il santuario venne costituito, probabilmente, verso la metà del VII sec. a.C. (quindi non molto tempo dopo la fondazione della polis). Dello splendido tempio ionico che lo caratterizzava, purtroppo ci sono pervenuti pochissimi resti (in particolare la base occidentale del basamento) soprattutto a causa della sistematica asportazione, operata nel XIX secolo, dei blocchi di calcare (riutilizzati nella costruzione di strutture moderne) che ne costituivano il basamento. Tale asportazione permise, però, all'Orsi di studiare i resti del tempio arcaico che, altrimenti, sarebbero rimaste coperte dalla struttura del tempio ionico.
Verso la metà del VI sec. a.C. il tempio venne modificato. Questa volta per le strutture murarie vennero utilizzati blocchi di calcare e la cella assunse la tipica struttura arcaica con il cosiddetto "pieno in asse", ossia la presenza di una fila di colonne (in legno) lungo l'asse centrale che dividevano l'ambiente in due navate. Dinanzi al pronao ed alle spalle della cella vennero erette due file di quattro colonne ciascuna ed il tutto venne circondato da una peristasi facendo assumere al tempio la forma di esastilo-periptero con il lato lungo di 35,5 metri (sul quale probabilmente sorgevano 14 colonne) ed il lato breve di 17 metri.
Nella prima metà del V sec. a.C. il tempio subì una nuova trasformazione, questa volta più radicale. La struttura originaria venne, infatti, abbattuta e si diede inizio alla costruzione di una tipologia di tempio totalmente diversa con un orientamento modificato rispetto all'edificio precedente.
Il nuovo tempio, le cui dimensioni erano maggiori di quelle del tempio arcaico (45,5 metri per il lato lungo, con 17 colonne, e 19 metri per il lato breve) venne realizzato in stile ionico mediante l'utilizzo di blocchi di calcare di ottima qualità, probabilmente fatti arrivare da Siracusa. Anch'esso era esastilo-periptero e la peristasi circondava una cella con pronao ed opistodomo.